sabato 27 ottobre 2012

domenica 1 luglio 2012

Ecco, questo è il lato che più odio di me. Non riesco a sopportarlo, perchè non riesco a guardarti negli occhi quando succede.
Non funziona questa volta, masticarsi davanti, guardare l' ultimo telegiornale, ricordarsi delle passeggiate sul bordo della strada quando il sole ci faceva ancora male agli occhi.
Punto.
A capo.
Ora si alza di nuovo come non si accorgesse che lei è seduta lì.
Scorre quasi in silenzio, un poco rapido, ma nessuno tenterà di fermarlo, c'è una linea che impedirà i movimenti di lei, le oltrepasserà le spalle, la chiuderà da dietro la schiena, la proteggerà.
Questa linea l' avrà disegnata lei, da sola.
Ora lui si sposta, è sul bancone, la vede, è voltato, la guarda fisso, ma lei è già nelle parole della prossima vacanza mitteleuropea che ha progettato ancora quest' anno, quasi controvoglia, solo per rimanere quieta, rimanere dentro i sorrisi delle sue amiche, i loro gesti, che nessuno tenterà di fermare, perchè c'è una linea, che impedirà i movimenti di lei, le oltrepasserà la nuca, la chiuderà  come un'aureola viola, la proteggerà.
Questa linea l' avrà disegnata lei.
Punto.
E torno a capo perchè non mi voglio spiegare niente, quel buco in gola non esiste, io respiro benissimo. I tuoi occhi sono due palle qualunque, rimbalzano sulla mia testa, tornano via, veloci come prima, non sanno nulla.
Come prima.
A capo.
Lui si alza quasi in equilibrio adesso, non la vedrà mai, eppure le si avvicina così, come fosse sempre stata lì seduta.



domenica 24 giugno 2012

descrizione di un kiwi

giovedì 21 giugno 2012

Oggi leggera sensazione di cadere.
Forse fortissima.
Questa è la Yashica di Nilo, mi sa.

martedì 19 giugno 2012

Non lo immaginavo, perchè l' inverno quell' anno, aveva ghiacciato perfino il torrente sotto il mulino; c'era questa sensazione di sospensione pesante nell'aria, come viaggiassimo senza tempo, forse per l' effetto della neve, forse per quei tuoi stivali troppo larghi, che mi facevano stranamente sudare i piedi nei calzettoni a trecce, sporchi di cenere;
non lo immaginavo, perchè così serrata, parevo castigata, punita, infilzata; riuscivo solo a guardarti a tratti, pensarti a tratti; non avevo voglia del mio solito flusso continuo, del mio solito studiare i tuoi movimenti, il tuo sguardo adesso dove si ferma, la tua bocca adesso che piega prende, il tuo respiro che ritmo ha, no,  non ora, non lo meritavi, ti volevo disprezzare con tutte le forze, forse è per quello che mi irrigidii così tanto;
non lo immaginavo, perchè adesso ero davvero sparita, ero di quella sensazione di sospensione pesante nell' aria, viaggiavo ormai senza tempo, serrata, castigata, punita, non ti vedevo più, sentivo soltanto, come peso, caldo  peso, quelle tue labbra che mi stringevano l' aria pungente in bocca, me la chiudevano, perchè l' inverno, quell' anno, aveva ghiacciato perfino il suo sapore.

mercoledì 14 dicembre 2011